Ieri, al Porto di Genova, grande giornata di mobilitazione contro il genocidio a Gaza da parte di Israele. Fin dalla mattina, centinaia di lavoratori, giovani, attivisti, militanti di organizzazioni, organismi politici e sociali hanno riempito il varco Albertazzi, facendo lievitare una presenza che ha sfidato anche il cattivo tempo pur di testimoniare in piazza l’opposizione alla carneficina in corso.
La spedizione della Global Sumud Flotilla è certamente servita a rilanciare la solidarietà con la causa palestinese e riaccendere i riflettori su carestia e genocidio commessi dal regime sionista, con la fondamentale complicità di tutti gli Stati imperialisti, a partire dagli USA per arrivare all’Unione Europea, all’Italia – terzo esportatore di armi verso Tel Aviv –, supportati dalla connivenza delle borghesie arabe del Medio Oriente.
A metà mattinata, la piazza si è poi riempita del partecipatissimo corteo degli studenti, che hanno dato una grande prova di mobilitazione e di volontà di contrastare la complicità italiana con lo Stato sionista anche nel fondamentale campo delle collaborazioni accademico-militari.
I diversi interventi in piazza hanno posto il problema di passare dalle manifestazioni di solidarietà all’azione concreta per inceppare la macchina dello sterminio a partire dai nostri territori, sottolineando che la guerra parte da qui.
Un nutrito spezzone di lavoratori del S.I. Cobas, che ha proclamato lo sciopero in città e provincia, è stato attivamente presente in piazza, rilanciando la necessità di dare continuità al movimento di sostegno al popolo e alla resistenza palestinese, ricordando che il 3 ottobre il S.I. Cobas ha proclamato per la quinta volta in due anni lo sciopero generale di tutti i lavoratori pubblici e privati a sostegno della resistenza del popolo palestinese – uno sciopero che riveste una grande importanza, anche in vista dei possibili sviluppi della spedizione della Flotilla, che il regime sionista ha più volte dichiarato di voler contrastare con ogni mezzo. Numerosi interventi hanno poi ricordato la manifestazione nazionale di Roma del 4 ottobre, indetta da tutte le realtà palestinesi.
La TIR era in piazza (postiamo sopra uno dei suoi interventi) e ha sottolineato, fra le altre questioni, la necessità di contrastare il tentativo istituzionale di ergersi ipocritamente a difesa dello “Stato palestinese”, di sterilizzare la battaglia in corso, deviandola nelle secche di un umanitarismo privo di connotati politici, e di dividere il movimento fra buoni e cattivi, un tentativo che ha ripreso fiato con la denuncia degli scontri alla stazione di Milano – la nostra solidarietà a tutti i fermati e gli arrestati a Milano e a Bologna.
Il blocco del varco portuale ha infine dato vita ad un corteo imponente che ha percorso dapprima l’interno dello scalo e poi le vie della città, mostrando a tutti, con una partecipazione non solo di attivisti e studenti, ma anche di persone che forse per la prima volta hanno rotto la passività e si sono mobilitate, che la causa palestinese ha un appoggio vasto e diffuso. Certamente, la strada da percorrere è ancora tanta, le insidie di cui è costellata sono molte e questa richiama la necessità di un duro lavorare per far emergere e affermare un punto di vista capace di collegare la lotta contro il genocidio e a sostegno della resistenza palestinese con la lotta più generale contro la tendenza alla guerra che la crisi del sistema capitalistico sta preparando.
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